Tutto è iniziato con una semplice domanda: come possiamo evitare il più possibile il mal di schiena tra i nostri operatori? Da questa esigenza è nato il progetto esoscheletro, un'iniziativa sviluppata in collaborazione con l'Università di Parma e altre tre aziende del territorio, con l'obiettivo di migliorare l'ergonomia della movimentazione manuale dei carichi.
"Abbiamo selezionato quattro gruppi di tre persone di diverse linee di montaggio, e così hanno fatto le altre aziende, coinvolgendo in totale circa 10-15 lavoratori per azienda," spiega Alfredo Salazar, HSE Specialist e promotore del progetto. "Il progetto si articola in sei fasi, a partire da una visita fisiatrica e un'elettromiografia lombare per raccogliere dati clinici sulla schiena dei partecipanti. Dopo 30 giorni di utilizzo dell’esoscheletro, ripetiamo le analisi per valutare eventuali miglioramenti. I seguenti 29 giorni invece vengono fatti senza esoscheletro per poi indossarlo nuovamente il trentesimo, così che la successiva visita medica possa evidenziare l’eventuale effetto coda."
L'obiettivo non è aumentare la forza degli operatori, ma insegnare loro a gestire meglio i movimenti quotidiani, riducendo il rischio di sovraccarico biomeccanico. "Questo dispositivo non va a sostituire le attrezzature per il sollevamento, ma aiuta molto nei movimenti meno comodi e intuitivi, o in quelli ripetitivi. Ad oggi siamo circa al 50% del progetto e per fine estate avremo i risultati definitivi. I primi commenti dagli operatori sono incoraggianti, si riscontrano grandi benefici soprattutto nelle postazioni dove è necessario passare più tempo in piedi. Se i dati rilevati al termine dell’attività saranno positivi, valuteremo l'introduzione continuativa dell'esoscheletro in azienda," conclude Salazar.